Pensare ad alta voce: Resistenza accademica di fronte alla logica del capitale

Abstract

Questo saggio teorico analizza criticamente l'impatto della mercificazione dell'istruzione superiore sulla missione sociale, etica, politica ed epistemologica dell'università contemporanea. In un contesto globale, mutevole e segnato dalla digitalizzazione, dalla precarizzazione educativa e dalla frammentazione del pensiero critico, si sostiene che l'università sia stata progressivamente subordinata alla logica del capitale, indebolendo la sua funzione pubblica, la sua autonomia istituzionale e la sua capacità di formare soggetti critici e impegnati.

Da una prospettiva interdisciplinare, il testo dialoga con autori come Henry Giroux, Nancy Fraser, Frank Furedi e Boaventura de Sousa Santos per mostrare come la conoscenza sia stata trasformata in merce, gli studenti in consumatori e l'università in una piattaforma di riproduzione di ideologie neoliberali. Di fronte a questo scenario, si propongono strategie di resistenza incentrate su strumenti pedagogici come l'alfabetizzazione digitale, la pedagogia dialogica, la giustizia cognitiva e il recupero di saperi lasciati ai margini della conoscenza.

Più che offrire risposte definitive, l'articolo solleva interrogativi urgenti: come recuperare il senso pubblico della conoscenza? Quali forme di università sono possibili al di là del mercato? In ultima analisi, si rivendica l'università come uno spazio di trasformazione strutturale e giustizia epistemica. Lontana dall'essere una nostalgia romantica, questa difesa costituisce un posizionamento politico ed etico.