PETRA DELICADO: IDENTITÀ E RUOLI DI GENERE NELLA SERIE DI ALICIA GIMÉNEZ BARTLETT

PETRA DELICADO: GENDER IDENTITY AND ROLES IN ALICIA GIMÉNEZ BARTLETT’S SERIES

Mariadonata Angela Tirone

Universidad de Salamanca

Riassunto:

Questo lavoro esamina Petra Delicado (protagonista della serie poliziesca di Alicia Giménez Bartlett) come personaggio che rappresenta un processo dinamico di autorealizzazione del binomio identitario donna-detective. L’obiettivo sarà delineare quale identità rispecchia Delicado rispetto alle ideologie femministe e quale ruolo occupa in quanto donna nella società contemporanea di finzione e nel Giallo.

Parole chiave:

Petra Delicado, ispettrice, identità di genere, Giallo.

Abstract:

This essay intends to examine Petra Delicado (protagonist of Alicia Giménez Bartlett’s detective novel series) as a character representing a dynamic process of self-realization of the woman-detective identity duo. It aims at defining Delicado’s identity beside feminist ideologies and the role she occupies as a woman in fictional contemporary society and in detective novel.

Key word:

Petra Delicado, female inspector, gender identity, detective novel.

Introduzione

Quando si parla di Giallo la prima reazione è quella di associare il genere a dei personaggi e contesti maschili dove l’inserimento delle donne come investigatrici protagoniste all’interno del genere risulta essere un elemento di controversia fra i critici. Alcuni, infatti, ne sottolineano l’incompatibilità per la presenza di elementi come la violenza e di atteggiamenti spesso maschilisti in opere appartenenti al ramo dell’hard-boiled, oppure per la frequente assenza di tali personaggi nel Giallo in generale. Altri, come Glenwood Irons, vedono la sostituzione di un investigatore uomo con una donna solo come una questione di “gender-bending; instead of feminizing the mystery, the mystery creates a ‘tough gal’, or a woman who embodies values and characteristics of a masculine society” (Irons, 1992: 134). Infine, c’è chi, come Klein, è arrivato ad affermarne l’inevitabilità perché, contrariamente alle apparenze, condividono qualcosa di molto importante: “women and mysteries go together because of their parallel social standing. While women have historically been considered second-class citizens, the mystery novel has been thought of as second-class fiction” (Klein, 1995: 4).

Storicamente, è l’epoca vittoriana che restituisce le prime narrazioni poliziesche (attraverso il modello anglosassone del Giallo classico o deduttivo) con delle donne come investigatrici e soprattutto come protagoniste..

La prima scrittrice a inserire una detective donna all’interno di narrazioni poliziesche è stata Anna Katherine Greene, la quale dà vita a Amelia Butterworth, che fa da assistente all’investigatore protagonista (in The Leavenworth Case del 1878 e A Strange Disappearance del 1880). Tuttavia, a Green si deve attribuire il merito di aver creato la prima detective donna della storia protagonista di un Giallo, Violet Strange, che appare nel romanzo The Golden Slippers (1915). Ciononostante, la più famosa rimane la britannica Miss Marple, nata dalla penna di Agatha Christie che esordisce in La morte nel villaggio del 1930.

Dopo le iniziatrici vittoriane, la proliferazione delle narrazioni criminali e di donne detective inizia a essere significativa a partire dagli anni Settanta. Il modello che ha fatto da pioniere, il Giallo deduttivo, amplia i propri orizzonti narrativi verso altri stili che potrebbero raccogliersi sotto le definizioni proposte da Gavin: “«cozy», «hard-boiled», «forensic» and «humanist»” (Gavin, 2010: 258). In generale è possibile riscontrare il prevalere dei modelli hard-boiled, il police procedural e il sempre più frequente fenomeno dell’ibridismo1 del Giallo con altri generi letterari (fantascienza, romanzo storico, horror, psicologico, il legal, ecc.).

Per quanto riguarda le protagoniste, il panorama narrativo si presenta estremamente composito: sono popolari le anziane signore che si dilettano nell’investigazione amatoriale (come la celebre Signora in giallo, Jessica Fletcher); si moltiplicano le dure investigatrici private ispirate al modello hard-boiled (come Lauren Laurano della statunitense Sandra Scoppettone); cresce esponenzialmente il numero delle donne nelle forze di polizia statale (Petra Delicado di Alicia Giménez Bartlett è ispettrice della Policía Nacional) e il rispettivo fenomeno dell’introduzione di coppie investigative miste (come la coppia di Guardias Civiles Rubén Bevilacqua e Virginia Chamorro di Lorenzo Silva); infine, aumentano anche le professioniste di altri ambiti accademici che si dedicano a investigare come antropologhe (Temperance Brennan di Kathy Reichs) e dottoresse (Kay Scarpetta di Patricia Cornwell), avvocatesse (Rebecka Martinsson di Ana Larsson), giudici (Gabriela Aldama di Elisa Beni), insegnanti (come Camilla Baudino di Margherita Oggero), ecc. Tutto ciò è indicatore di come la tradizione femminile del Giallo si stia rinnovando e crescendo sempre di più, tanto che gli anni Ottanta e Novanta ne rappresentano l’Età d’Oro con un numero di investigatrici di finzione e scrittrici altissimo e, oggi, in continuo aumento.

Attualmente, per tracciare una caratterizzazione del Giallo scritto e protagonizzato da donne è possibile riscontrare la presenza di alcuni elementi ricorrenti: la maggior parte delle investigatrici sono donne forti e sicure di sé (con un carattere molto simile al detective hard-boiled americano degli anni Quaranta), spesso single o divorziate –anche se ciò non significa che non hanno delle relazioni anche se instabili e/o di solo sesso–, così come ci sono anche casi frequenti di investigatrici omosessuali.

È necessario sottolineare, però, che negli ultimi decenni, la donna investigatrice del XXI secolo non rimane chiusa nel personaggio di donna dura e mascolina a tutti i costi, ma cominciano ad affiorare caratteristiche più vicine a ciò che per convenzione si attribuisce all’essere donna come l’empatia e il bisogno di maternità.

In generale, le investigatrici vengono spesso rappresentate come personaggi realistici e molto credibili dato che è molto profondo il rapporto che hanno con la società in cui vengono inserite: cercano di rettificare gli errori e le ingiustizie sociali, sono colte e dibattono di tematiche socialmente significative come la politica, questioni etniche, di genere, di classe sociale e di senso dell’onore. A tal fine, molte scrittrici si sono quasi sacrificate pur di affrontare determinate questioni dalla prospettiva gino-centrica2. Da ciò, quindi, è facile dedurre che il punto di vista preferito per la narrazione è quello della stessa protagonista e quindi in prima persona.

Questo tipo di prospettiva è necessaria non solo per collocare la donna al centro dell’attenzione narrativa e palesare la dimensione interiore e riflessiva della stessa e il suo rapporto con il sistema patriarcale in cui è inserita, ma anche per dare eventualmente voce alle varie ideologie e teorie femministe. Tuttavia, il fenomeno dell’ibridazione che ha coinvolto e sconvolto il Giallo sembra interessare anche le stesse idee femministe espresse all’interno delle narrazioni poliziesche scritte e protagonizzate da donne: per quanto conservino alcune caratteristiche tipicamente femministe3, non lo sono del tutto perché presentano elementi appartenenti al pre-femminismo4 o al post-femminismo5. In questi casi, il fine di tali narrazioni non è avanzare rivendicazioni, ma dare semplicemente importanza alla figura della donna pur rimanendo inalterato l’universo simbolico e di valori tradizionali, dove le donne occupano posizioni subalterne o inferiori.

Alla luce di quanto appena detto, a seguire si tenterà di stabilire dove bisogna collocare il personaggio di Alicia Giménez Bartlett, Petra Delicado, e quindi delineare quale identità e ruolo di genere l’ispecttrice rappresenta all’interno della serie.

Il caso dell’ispettrice Petra Delicado

Petra Delicado è un personaggio di finzione nato dalla penna della scrittrice spagnola Alicia Giménez Bartlett che ne ha fatto la protagonista di una serie di romanzi di genere poliziesco nelle vesti di ispettrice di polizia.

Giménez Bartlett si avvicina al Giallo quasi per caso, per provare un’esperienza diversa; la stessa autrice dirà: “Me permitía escribir según mi modo de pensar. Soy observadora y me gusta añadir elementos de crítica social, pero como escribir novela social hoy en día es pecado, lo suplo con la negra” (Obiols, 2000: 39).

Per la prima volta, dopo anni (si deve ricordare Bárbara Arenas protagonista di Picadura Mortal scritta da Lourdes Ortiz nel 1979) ritorna in Spagna un’investigatrice che è addirittura protagonista di una serie poliziesca. Alicia Giménez Bartlett giustifica questa scelta dicendo: “Quería un personaje que fuera mujer y que tuviera protagonismo. Porque la mujer en la novela negra o es la víctima, que aparece muerta en la primera página, o es la ayudante de alguien”6.

L’ispettrice Delicado debutta nel panorama letterario del Giallo spagnolo (o nell’accezione iberica di novela negra) nel 1996 con Ritos de muerte7, romanzo capostipite della serie –composta da altri dieci romanzi8– nel quale Giménez Bartlett presenta la sua ispettrice con una caratterizzazione ben definita: una quarantenne emersa da poco da una crisi esistenziale –due matrimoni falliti, un lavoro da avvocato che non la appagava–, che la porterà a entrare in polizia con il grado di ispettrice, dove le è stata affidata la gestione degli archivi fino al caso delle violenze ai danni di alcune giovani donne, che fa da tematica principale del primo romanzo della serie.

Ricoprendo un tale ruolo viene spontaneo chiedersi com’è e come si comporta una donna in un contesto che generalmente viene associato all’uomo, al patriarcato e al maschilismo.

Sin da subito Petra, nella sua condizione di poliziotta è molto sottovalutata ed è lei stessa a farlo presente:

Pese a mi brillante formación como abogada y mis estudios policiales en la Academia, nunca se me habían encargado casos de relumbrón. Estaba considerada “una intelectual”; además era mujer y sólo me faltaba la etnia negra o gitana para completar el cuadro de marginalidad (Giménez Bartlett, 1996: 11).

La ragione è da ricondurre a ciò che Romero López (2017: 31) definisce “afán paternalista y proteccionista, proprio del sistema patriarcal, [que] supuso que al comienzo muchas tareas policiales les estuvieran vetadas a las mujeres, y que incluso se las relegara a puestos de oficina”. Questo «zelo», infatti, si avverte già quando il Commissario di polizia la chiama per affidarle il suo primo caso, dove la protagonista considera:

Seguramente el pobre pensaba que estaba descomponiendo algún cuadro familiar: yo sentada junto a mi esposo viendo la televisión, o ayudando con las matemáticas a mi hijo pequeño [...]. Nadie en mi trabajo sabía nada de mi vida privada. Me parecía una condición indispensable para no perder el respeto general [...]. Quizá todos aquellos años mis superiores habían creído estar haciéndome un favor. Metida en un servicio que no requería «salir a la calle», con horario fijo y preservada de los delitos y su fealdad. Buen puesto para una mujer (Giménez Bartlett, 1996: 13-14).

Contrariamente a ciò, il personaggio di Petra Delicado sembra un’investigatrice proveniente direttamente dalla scuola dell’hard-boiled americano. Secondo Jeffrey Oxford si individuano

five characteristics of the hard-boiled that are present in all of the Petra Delicado novels. The series - with the exception of Serpientes en el paraíso, where the murder occurs in an upper-class Barcelona suburb - is entirely centered in an urban environment, Barcelona, although occasionally there is a portion of the investigation that carries Petra and Fermín to the outlying areas […]. Petra is as well, in all of the novels, one part of a detective duo, although in the three most recent works that duo expands to include other police women whom Petra mentors in the profession […]. The narrative stance, a third characteristic of the hard-boiled, of Giménez Bartlett’s fiction is always a first-person narration. And the hero, Petra, definitely qualifies as lonely and middle-aged.

The role of violence seems never to be a principal focus of the work, as is required for a full-fledged hard-boiled novel, but is quite present in many of Giménez Bartlett’s Works and plays a notable role in the development of Petra and Fermin’s relationship with the various suspects and the resolution of the crime. […]

Hard-boiled authors are generally credited with relegating importance to the use of the vernacular, foul language, and hyperbole. Giménez Bartlett’s works only gradually reveal over the course of the series an ever-increasing development of that aspect, until the reader finally learns […] that Petra does indeed blaspheme (Oxford, 2010: 97-99).

Petra Delicado, infatti, sin dall’inizio della serie appare come una donna dura, forte e tenace e lo dimostra svariate volte, soprattutto durante gli interrogatori. In Ritos de muerte sembra esserci una “aparente actitud de aunarse a la organización patriarcal de la policía [que] se refleja en la falta de empatía que tiene Petra por las jóvenes víctimas de violación: no le conmueve su situación y las trata sin compasión” (Tisnado, 2011: 4). Nel primo romanzo della serie, infatti, nel momento in cui interroga la prima vittima, riflette: “la víctima y su madre, una mujer bastante miserable con grasa maloliente impregnada en la ropa, que se enjugaba los ojos todo el tiempo. La chica era blanca y desvalida como un ratón de laboratorio” (Giménez Bartlett: 1996: 15). L’atteggiamento dell’ispettrice risulta spiazzante; in quanto donna, l’approccio che ci si aspetterebbe nell’interazione con una vittima di stupro dovrebbe essere solidale e compassionevole, invece Delicado ridicolizza le vittime e le guarda quasi con disprezzo, attraverso uno sguardo deformante che le spoglia dalla loro condizione umana. Ciò denota non solo la mancanza di empatia di cui parlava Tisnado, ma soprattutto si evidenzia la distanza della protagonista rispetto alla sua stessa condizione di donna, identificandosi e impersonando alla lettera il ruolo di investigatrice hard-boiled dura a cui interessa solamente scoprire l’identità del violentatore seriale.

Un altro elemento che caratterizza Petra e che l’avvicina al detective hard-boiled è il bisogno di solitudine. In Ritos de muerte ha già lasciato il secondo marito, non ha figli e, da quel momento, l’unica cosa che vuole è avere uno spazio tutto per sé, una casita, dove poter dedicarsi alle piccole cose quotidiane della vita. Ciò non significa che non mantenga elle relazioni anche se si tratta comunque di soli rapporti sessuali occasionali.

I primi dubbi nei confronti delle sue idee riguardanti la solitudine e il matrimonio sopraggiungono nel quarto romanzo, Muertos de papel, dove chiederà ad esempio al suo vice Garzón: “¿le pesa a usted la soledad?” (Giménez Bartlett, 2000: 189), oppure affermerà “No sé si me casaré Fermín, [...], he llegado a la conclusión de que [...] el amor es una selva, un caos, un follón, un sálvense quien pueda. Por eso hacer planes me parece absurdo” (Giménez Bartlett, 2000: 213). Tuttavia, in seguito confermerà il proprio pensiero sul non lasciarsi trasportare dall’amore perché troppo pericoloso (tre degli omicidi del romanzo in questione sono stati commessi da donne proprio per amore). Questo stesso concetto sarà ribadito anche in Serpientes en el paraíso, nel quale, se in un primo momento Petra avrà nostalgia di qualcosa che non può più avere (dei figli), successivamente il caso si rivelerà essere un omicidio con movente passionale, sottolineando nuovamente quanto l’amore o la passione amorosa siano pericolosi e che la scelta migliore è tenersene alla larga: solo sesso, niente amore.

All’improvviso, nel settimo romanzo, Nido vacío, qualcosa cambia. L’ispettrice Delicado questa volta si ritrova ad affrontare un caso di pornografia infantile il cui artefice è una vedova senza figli. Per la prima volta, l’ispettrice Delicado –che nel primo romanzo è presentata come una dura senza il minimo accenno di compassione per le ragazze violentate– qui fa emergere quella parte «delicata» che è sempre rimasta nell’ombra. Le indagini riguardanti il caso di pedopornografia scovolgono l’ispettrice e la stessa in principio risulta spiazzata dalla sua reazione, ma alla fine giunge a una spiegazione: “comprendí lo que estaba sucediéndome. Aquel caso me afectaba sobre manera por una sola razón: había visto la cara del mal” (Giménez Bartlett, 2007: 125-126). In questo romanzo, quindi, la protagonista mette in discussione le proprie convinzioni: “algo estaba fallando en mí, todos los ritos alegres y autosuficientes que había construido en torno a mi soledad empezaban a mostrarse caducos” (Giménez Bartlett, 2007: 242). Alla fine, non solo cambia idea sul rimanere single e in solitudine, ma addirittura decide di sposarsi con un uomo che conosce appena, l’architetto Marcos Artigas, padre della bambina che è stata testimone dei fatti. Per conoscere la ragione basta riportare le parole della stessa Delicado: “Es bueno que alguien me aporte visiones de un mundo positivo” (Giménez Bartlett, 2007: 344).

Nell’analisi del personaggio di Petra Delicato, la relazione con l’architetto Marcos Artigas rappresenta un importante nodo per la crescita della protagonista. Non si tratta di una relazione passeggera, ma prosegue anche nei romanzi successivi. In El silencio de los claustros, la loro relazione affronterà piccoli alti e bassi che porteranno Petra a temere un’eventuale fine della relazione, tuttavia rimane convinta che il loro matrimonio e la presenza dei figli di Artigas (avuti da relazioni precedenti) nella sua vita, possano solo giovarle senza distruggere la sua carriera; piuttosto afferma che:

Aceptar eso que dice es como afirmar que para tener una vida personal satisfactoria se pierden capacidades profesionales, cosa con la cual no puedo estar de acuerdo en tanto que mujer. [...] ¿Quién serían entonces los buenos policías, exclusivamente los tíos solitarios, puteados, cabroncetes y con conflicto interior? (Giménez Bartlett, 2009: 281).

È evidente il riferimento alla figura di quell’investigatore duro e solitario della scuola hard-boiled nordamericana che, nella serie, ricorre in svariate occasioni e che identifica nelle fattezze di Humphrey Bogart. Petra si paragona e rispecchia spesso in questa figura, ma qui, per la prima volta, sembra prenderne le distanze. Pertanto si può notare un’evoluzione del personaggio dell’ispettrice Delicado come donna: non è più un personaggio dall’atteggiamento duro che rinnega qualsiasi forma di legame o di affetto, perché adesso ha una famiglia che riesce ad addolcirne il temperamento –almeno nella vita privata–, creando una sorta di dualità donna-poliziotto che si riproporrà in tutta la serie.

Solo in Nadie quiere saber, Petra sembra nuovamente respingere il rapporto di coppia stabile e gli obblighi familiari, ritrovandosi spesso a dibattere con Garzón sul tema della libertà. Le indagini dell’omicidio di questo nono romanzo portano la protagonista a Roma, dove –forse come ultimo atto di donna libera– tradisce il marito con un ispettore di polizia italiano con il quale collabora. Tuttavia, subito dopo rinnega il tutto e chiede all’ispettore italiano di dimenticare l’accaduto; tornata in Spagna, Petra si ricongiunge alla sua famiglia e al marito come se nulla fosse successo.

Per quanto riguarda il suo ruolo di «madre», si riconferma ed evidenzia la doppia accezione di donna-poliziotta: “en mi vertiente profesional era cínica, dura y un punto obsesiva, mientras que en la vida privada me demostraba equilibrada, dulce y poco temperamental” (Giménez Bartlett, 2013: 24); alla fine del romanzo arriva a riaffermare l’importanza che questa nuova famiglia ha per lei dicendo:

Me hace falta toparme con la vida diaria: hacer tortillas a la francesa, pedir a los niños que no hablen tan alto, oír las historias que Marina me cuenta sobre su escuela... crearme la ficción de que soy una mujer acuciada por pequeños problemas cotidianos. De esa manera quizá desaparezca la amargura (Giménez Bartlett, 2013: 417).

La famiglia, quindi, è per lei qualcosa che la trascina via dal male con cui si scontra ogni giorno a causa del suo lavoro. Lo stesso viceispettore Garzón si stupisce del cambiamento che ha subito il suo superiore da questo punto di vista, e infatti dirà: “No puedo soportar que se me vuelva a estas alturas una ama de casa del montón. ¡Con lo que usted ha sido!” (Giménez Bartlett, 2013: 418). A ciò l’ispettrice Delicado ribatte di non aver smesso di essere ciò che è sempre stata, ma che adesso ha raggiunto una nuova maturità: la consapevolezza che il bisogno di avere qualcuno da amare e che la ami non è una debolezza ma qualcosa di necessario per essere una persona migliore e vivere la vita con ottimismo.

Nella raccolta di racconti Crímenes que no olvidaré, le relazioni di Petra e la sfera familiare passano in secondo piano, mentre l’attenzione si focalizza maggiormente sulle indagini. L’unico riferimento all’ambito privato ricorre nel racconto Parecido razonable9, nel quale Petra non potrà fare a meno di riflettere nuovamente sul suo nuovo ruolo di genitore: “A una mujer como yo, que siempre se había considerado a sí misma libre, solitaria e independiente, le cuesta hacerse a la idea de dar la imagen de una mamá feliz” (Giménez Bartlett, 2015: 283); ciononostante, in fondo non le dispiace entrare nei panni di una madre, almeno ogni tanto.

C’è da dire, quindi, che Petra Delicado non è un personaggio statico. Lungo la serie, Petra si trasforma, matura, in primo luogo come ispettrice ma anche e soprattutto come donna. Nel primo caso, anche se non potrà mai sfuggire del tutto al fatto di essere una donna né alla percezione che gli altri (soprattutto nel contesto lavorativo) hanno di lei in quanto tale, dopo aver affermato il suo valore sul campo e risolvendo numerosi casi, ottiene la stima dei colleghi e dei suoi superiori e si afferma come investigatrice qualificata a tutti gli effetti.

Nel secondo caso, per quanto riguarda l’evoluzione che la coinvolge come donna, in un’intervista Giménez Bartlett affermerà:

Yo creía que no. Que iba a ser siempre igual, pero me he dado cuenta de que a pesar de que se ha mantenido durante años en los 40 y de que tengo el propósito de que llegue a los 50, sus reflexiones sobre la vida se acercan más a la madurez.10

Si potrebbe dire che il personaggio di Petra Delicado riesce a unificare due sfere apparentemente opposte, l’essere donna, con tutto ciò che ne può derivare (un contesto domestico, una famiglia, ecc.), e l’essere ispettrice di polizia. A questo proposito, Tisnado (2011: 8) afferma che “lo que en Ritos de muerte se presenta como dicotomía en Nido vacío es una intención de síntesis. Es como si Petra estuviera en constante negociación de sus dos lados, ser mujer y ser policía”. Effettivamente è una vera e propria sintesi tra due parti in apparenza contrapposte che, in El silencio de los claustros e poi in Nadie quiere saber, si fa ancora più patente nel momento in cui, dopo le nozze con Marcos Artigas, Petra si ritrova catapultata in un contesto realmente familiare e quindi le due sfere entrano necessariamente in contatto. Nonostante alti e bassi, le due controparti riusciranno a convivere e anche a completarsi creando un insieme armonico nella vita di Petra di cui non potrà più fare a meno.

Il nome stesso dell’ispettrice, Petra Delicado, non sembra essere una scelta casuale ma appare come una specie di definizione simbolica che “representa el binomio, a veces difícil de unir, de ser mujer y al mismo tiempo ser miembro del cuerpo policial” (Tisnado, 2011: 2). Esso esprime quanto può essere «petrea», ma allo stesso tempo sta dicendo che nell’intimo, come donna o come persona in generale, è anche «delicata», con tutte le insicurezze e gli sbagli che qualunque essere umano può commettere; quindi è anche un personaggio decisamente umanizzato.

Questa umanità è enfatizzata dalla narrazione in prima persona che coinvolge il lettore e lo porta “a intimar con las filias y las fobias de la protagonista, [que] no siempre [resulta] simpática para el lector” (Martín Alegre, 2002: 417). L’uso della narrazione auto-diegetica con focalizzazione interna è una componente tipica dei polizieschi femministi11, ma allo stesso tempo, Giménez Bartlett se ne discosta. La scrittrice, infatti, non vuole dare voce alla donna come rappresentante del genere, ma presentare un personaggio, una donna, che racconta le proprie vicende attraverso la messa a nudo dei propri sentimenti, pensieri e dubbi che scaturiscono da una duplice lotta interiore che esplora continuamente la dualità donna/poliziotta e il suo inserimento tanto nella sfera pubblica quanto in quella privata. A questo proposito è utile riportare le parole di Rodríguez: “Petra Delicado se interroga acerca de sus acciones y reacciones, intenta desentrañar los motivos de sus decisiones y aclarar cuáles son sus sentimientos” (Rodríguez, 2009: 250).

Alla luce di quanto analizzato fino ad ora, quindi, è possibile definire il ruolo o l’identità di genere rappresentati da Petra Delicado nei confronti dell’ambiente in cui si trova a vivere e lavorare o più ampiamente nei confronti del Giallo?

Ciò che si evince dai romanzi che compongono la serie è una posizione alquanto ambigua. Da un lato, la protagonista dichiara e ripete in varie occasioni di non essere femminista. In Muertos de papel, infatti, Petra dichiara: “Tenga una cosa clara: no soy feminista. Si lo fuera no trabajaría como policía, ni viviría aún en este país, ni me hubiera casado dos veces, ni siquiera saldría a la calle, fíjese lo que le digo” (Giménez Bartlett, 2000: 138). In Mensajeros de la oscuridad, Petra parla di “pendencias feministas a las que había renunciado tiempo atrás” (Giménez Bartlett, 1999: 98), dove il termine pendencias sembra implicare una percezione negativa della questione femminista.

Si può riscontrare, inoltre, anche un apparente atteggiamento di negazione e rinuncia della propria femminilità e di volontà di conformismo e iscrizione nelle fila della mascolinità. Tale atteggiamento si riscontra nel voler essere trattata dal vice Garzón come «un collega» come qualsiasi altro e che non deve trattenersi dall’usare un linguaggio scurrile solo perché è una donna: “Pues por mí no se prive, subinspector, yo también digo coño, cojones y joder” (Giménez Bartlett, 1996: 49).

Dall’altro lato, invece, il passaggio dove afferma con forza di non essere femminista potrebbe nascondere, invece, una simpatia di fondo per il femminismo o comunque denotare che la protagonista sia ben consapevole che il mondo e la realtà penalizzano le donne ed è impossibile cambiare il sistema patriarcale. A questo proposito, nel corso delle varie indagini portate avanti nella serie, Petra sembra fare da portavoce al femminismo in alcuni momenti. In Ritos de muerte, Chung-Ying (2010: 597) riscontra una nota di rammarico nella “carencia de conciencia femenina o lo que se supone «las reivindicaciones elementales de la mujer» entre las víctimas de violación, que no se atreven a identificar al delincuente debido a la creencia marcada en la sociedad patriarcal de que la violación es un crimen que deshonra a la víctima”. Inoltre, in diverse occasioni, Petra protesta apertamente contro la discriminazione sessuale all’interno dell’istituzione delle forze armate a cui appartiene, como si osserva nella seguente denuncia: “Con todos los respetos hacia mis superiores quiero señalar que estoy convencida de que este trato injusto se me dispensa por el simple hecho de ser mujer, un colectivo sin relevancia dentro del cuerpo, al que minimizar o vejar resulta sencillo y sin consecuencias” (Giménez Bartlett, 1996: 94). In Muertos de papel, inoltre, Petra manifesta un certo dissenso sull’uso di espressioni sessiste, così come dimostra il seguente passaggio: “En realidad es curioso que los mayores insultos dirigidos a los hombres acaben también cayendo sobre la cabeza de una mujer. Porque ya me dirá, comisario, si porque un tío sea malvado o cabrón hay que cargárselo también a su madre” (Giménez Bartlett, 2000: 12).

Alla luce dei precedenti esempi, risulta difficile classificare l’ideologia femminista di Petra e di conseguenza quale identità o ruolo rappresenti. I critici che si sono occupati del tema hanno fornito opinioni controverse che gravitano intorno a definizioni pre-femministe, femministe, antifemministe e post-femministe.

Chung-Ying riscontra come “la autora aprovecha el género policiaco a fin de crear transgresiones dentro de la incorporación de una agenda feminista, así como subversiones dentro de la construcción de la identidad femenina” (Chung-Ying, 2010: 595). Su questa stessa linea, nel suo recentissimo studio, Valero afferma che

Alicia Giménez Bartlett […], sin exponerla explícitamente, realiza una crítica a esta categorización de los géneros. […]

Así pues, observamos que Alicia Giménez Bartlett […] crea personajes que afirman no ser feministas, pero sus actitudes y compromisos sí apuntan de alguna forma a una conciencia feminista y de género, convirtiéndose en modelos positivos para un cambio social progresivo hacia la igualdad (Valero, 2017: 239, 256).

Tisnado propone che “Petra actúa como una postfeminista, pero luego revive algunos aspectos de la época prefeminista” (Tisnado, 2011: 2). Gli aspetti che fanno pensare al post-femminismo si possono riscontrare nel trasloco della protagonista in uno spazio domestico tutto per sé: “Algún tiempo después de mi segunda separación me empeñé en encontrar una casita con jardín en la ciudad” (Giménez Bartlett, 1996: 7); Post-femminista è anche la mancanza di solidarietà fra donne riscontrato nel caso delle violenze in serie, il ribadire esplicitamente e con vigore di non essere femminista, ma allo stesso tempo approfittarsene per il proprio tornaconto come quando nel primo romanzo, al vedersi tolto il caso, Delicado reagisce mandando una lettera ai propri superiori dove si difende ed elogia il proprio operato e, appellandosi alla discriminazione sessuale, riesce a riprendere le redini delle indagini.

Assumerà, invece, una posizione pre-femminista nel settimo capitolo della serie (Nido vacío) nel momento in cui si rende conto che ha bisogno del matrimonio e di una famiglia per essere felice pur continuando a svolgere la professione di poliziotta che di pre-femminista ha ben poco.

Martín Alegre (2002: 415), invece, segnala “que la mujer policía es, ante todo, una persona y no una figura representativa del feminismo o de la feminilidad”, portando dunque ad affermare che la scelta di un’investigatrice donna è in sé “un comentario sobre un tema tan candente como la situación de la mujer” (Martín Alegre, 2002: 416).

Conforme a quanto sostiene Martín Alegre, l’idea che si vuole portare avanti nel seguente articolo è asserire che l’obiettivo di Giménez Bartlett non è né animare un dibattito femminista, né imporne una o più ideologie all’interno del conservatore e chiuso gruppo del Cuerpo de Policía Nacional e/o del romanzo giallo, ma piuttosto poter

desarrollar su trabajo de forma que la satisfaga como mujer y, sobre todo, como persona. [...] Petra ejemplifica la integración real de las mujeres españolas en el mundo masculino del trabajo [...] que les permite realizarse sólo de manera parcial y que no es capaz de compatibilizar lo profesional y lo personal (Martín Alegre, 2002: 415).

Petra Delicado è da considerarsi, quindi, una sintesi di tutte le teorie femministe, anche opposte, pur mantenendo sempre una netta separazione fra quella che è la sua vita professionale e quella privata.

Non è da sottovalutare, tuttavia, una certa componente satirico-parodica presente nella serie rivolta alla condizione della donna, sia in generale che nei confronti del genere poliziesco e del contesto socio-politico. È una satira rivolta al sistema socio-politico perché riguarda “la dolorosa percepción de que la lucha feminista no progresa tanto en España como debería” (Martín Alegre, 2002: 420), che nella serie si fa più evidente nel momento in cui la insolita coppia investigativa –che vede una donna al comando e un uomo come subalterno– solo per casualità e solamente perché l’ispettore a cui era stata affidata l’indagine ha avuto un incidente e non c’era nessun altro che avrebbe potuto sostituirlo. La stessa nota satirica è molto più esplicita e in un certo senso anche più feroce nel terzo capitolo della serie Mensajeros de la oscuridad (1999), nel momento in cui Delicado conserva uno dei peni amputati (mandatole da una setta russa) come trofeo, e quando, successivamente, consuma un rapporto sessuale con un ispettore russo sulla tomba di Lenin.

Per concludere, Giménez Bartlett conosce bene le caratteristiche del Giallo (sia della scuola hard-boiled sia del police procedural) come l’azione e la riflessione, evidenzia temi interessanti12, tuttavia è notevole lo spirito sovversivo con cui impregna la narrazione che si traduce nell’affidare il ruolo principale di una poliziesca a una donna il cui carattere mette in moto una serie di riflessioni di identità e di genere. Petra Delicado rappresenta un processo dinamico di autorealizzazione armonica del binomio donna-detective che porta a interrogarsi sulla funzione e il ruolo della donna nella concretezza della società contemporanea e nell’astrazione del mondo narrativo del Giallo. A questo proposito bisogna considerare Petra Delicado come summa di ciò che esprimono le varie ideologie femministe la cui funzione risiede nel voler attribuire maggiore visibilità alla donna rispetto al ruolo che occupa nella società contemporanea e, allo stesso tempo, aprire importanti aspettative per il futuro del genere poliziesco e le questioni di genere.

Riferimenti bibliografici:

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SITOGRAFIA:

Blog ufficiale di Alicia Giménez Bartlett - Interviste: http://www.aliciagimenezbartlett.es/es/Alicia_Gimenez_Bartlett (ultima consultazione il 17/03/2018).


1 Con il termine ibridismo (o contaminazione), in narrativa, si è soliti riferirsi a un artificio narrativo tipicamente postmoderno consistente nell’intreccio, combinazione, fusione e dislocazione di elementi di diversa provenienza (caratteristici di un determinato genere piuttosto che di un altro) nella composizione di un’opera letteraria

2 Una prospettiva gino-centrica implica un ripensamento della realtà e della storia dal punto di vista della donna, situandola al centro della narrazione, del dialogo e della azione. Non si tratta di lottare contro l’androcentrismo per imporre il pensiero delle donne, ma dar loro maggiore visibilità attraverso la riflessione secondo il loro punto di vista. Per uno studio più approfondito si consiglia di consultare The creation of patriarchy (1986) di Gerda Lerner.

3 Narrazione in prima persona; attenzione per l’introspezione psicologica; importanza data a temi specifici come l’uguaglianza di genere, i diritti sulle scelte sessuali e riproduttive, la parità di ruoli nel contesto familiare e lavorativo, la violenza sessuale, ecc.

4 Sistema basato sulla sottomissione della donna e relegazione della stessa nel ruolo di madre e donna dedita esclusivamente alla cura e all’andamento della casa e della famiglia.

5 Il termine post-femminismo, in generale, si riferisce a una corrente che nasce come reazione e superamento della seconda ondata di femminismo (radicale), negli anni Ottanta negli Stati Uniti. É il binomio uguaglianza/diversità di genere che viene colpito e ridefinito che, d’accordo con Chung-Ying, si traduce in “plantea[r] los argumentos plurivocales del feminismo, ofreciendo nuevas formas de entender la diferencia como identidad, según la clase, la raza o la cultura”, e inoltre, “la denuncia del universalismo feminista [y] la defensa de la vida privada como más enriquecedora que la dedicación al activismo feminista” (Chung Ying, 2010, 598).

6 Consultazione disponibile nel blog ufficiale della scrittrice: http://www.aliciagimenezbartlett.es/es/Sus_Obras/

7 L’ispettrice di polizia Petra Delicado lavora nel Servicio de Documentación di un commissariato di Barcellona. Un giorno, il Commissario capo la chiama in ufficio, le presenta quello che sarà il suo vice, Fermín Garzón –un viceispettore appena trasferito da Salamanca–, e affida loro un caso di violenza ai danni di una minorenne, poi seguito da altri tre stupri che ne fanno un caso di violenza seriale il cui unico indizio sarà un marchio a forma di fiore che il violentatore imprime nel braccio delle sue vittime.

8 A Ritos de Muerte seguiranno altri romanzi come Día de Perros (1997), Mensajeros de la oscuridad (1999), Muertos de papel (2000), Serpientes en el paraíso (2002), Un barco cargado de arroz (2004), Nido vacío (2007), El silencio de los claustros (2009), Nadie quiere saber (2013), la raccolta di racconti brevi Crímenes que no olvidaré (2015) e Mi querido asesino en serie (2017).

9 Petra è in vacanza in un hotel poco fuori Barcellona insieme ai suoi figliastri che si improvvisano detective e vogliono mettere nel sacco uno dei clienti del resort che sembra avere l’aria di un mafioso russo, ma che invece si rivelerà essere un commissario di polizia sovietico, amico intimo del Commissario Coronas.

10 Consultazione disponibile nel blog ufficiale della scrittrice: http://www.aliciagimenezbartlett.es/es/Sala_de_Prensa/

11 Per uno studio più approfondito del Giallo femminista si consiglia la lettura dell’articolo “Feminist crime fiction and female sleuth” di Adrienne E. Gavin.

12 Nella serie Delicado, Alicia Giménez Bartlett cerca di evidenziare e porre l’attenzione su tematiche socialmente utili e rilevanti su cui però non esprime una critica feroce, ma sembra voler invitare a una riflessione profonda. Le suddette tematiche riguardano la violenza sulle donne, la prostituzione, la pornografia infantile, i maltrattamenti degli animali, l’irriverenza dei media e del giornalismo, le false apparenze, ecc…