Género y movilidad humana: mujeres migrantes en Italia entre desafíos y oportunidades.
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una formazione peer-to-peer – da parte di donne immigrate inserite verso le
neoarrivate che devono ancora affrontare le sfide dell’inserimento sociale, culturale e
lavorativo – rappresenta un traguardo essenziale da potenziare e consolidare.
3.Dalle sfide alle soluzioni
Alla luce delle sfide e delle difficoltà incontrate dalle intervistate nel corso della
loro esperienza migratoria, le narrazioni fornite dipingono un quadro variegato di
strategie messe in pratica al fine di sostenere i propri percorsi di adattamento e
inclusione sociale e di realizzazione personale e professionale nella società italiana.
Stando ai dati di ricerca raccolti, l’attuazione di tali strategie avviene in considerazione
di quelle che sono le condizioni individuali del soggetto che si intersecano con le
sinergie riscontrabili a livello collettivo, ovvero nel contesto della propria famiglia e
delle reti di supporto sociale di tipo amicale, parentale, di comunità, del gruppo dei
pari, dei contatti professionali, o di altra natura (cfr. Lapov, Campani, 2017). Infine,
queste risorse s’incontrano, nei luoghi di insediamento, con le opportunità di
accoglienza e inserimento: in tal senso, la realtà toscana e soprattutto quella fiorentina
offre alla popolazione immigrata diversi servizi di inclusione, tra cui corsi di
alfabetizzazione in italiano L2 (lingua seconda), pratiche di mediazione linguistico-
culturale, forme di assistenza legale, percorsi di orientamento al lavoro, programmi di
formazione professionale (spesso finanziati dai fondi dell’Unione Europea), ecc. A
partire dai bisogni si passa, quindi, alle strategie e alle potenzialità risolutive, capaci
di orientare i processi di inclusione e di consentire alle interessate di raggiungere i
propri obiettivi.
Tra i primi ostacoli riscontrati dalle/i migranti nel loro processo di inclusione
sociale, culturale e professionale vi è senz’altro la conoscenza della lingua: seppur
importante, questo aspetto non è stato segnalato nell’ambito di questa indagine come
uno scoglio insormontabile. Quel che si evince dalle narrazioni è una certa serenità
rispetto all’apprendimento linguistico, dovuta alla disponibilità dei corsi di italiano che
si trovano in offerta territoriale dei servizi per la popolazione immigrata, di solito
impartiti a costo simbolico, spesso anche gratuiti, nonché organizzati su necessità per
sole donne e/o madri di origine immigrata.
Un altro fattore determinante per i processi di inclusione della popolazione
immigrata, parimenti rapportabile alle condizioni sociali iniziali, è quello che riguarda
le opzioni di socialità disponibili sul territorio. In linea con quanto rilevato dalla
rispettiva letteratura (cfr. Campani, 2000; Lapov, Campani, 2017; Macioti et al., 2006;
Vianello, 2009), le storie del nostro campione riaffermano come buona parte delle
donne immigrate socializzano più di frequente con i propri connazionali, donne e
uomini. La congiuntura è soprattutto documentata tra le donne di origine
extraeuropea, le quali, grazie alle reti composte da persone provenienti dalla stessa
area geografica (familiari, membri della comunità, amiche/i, ecc.), ritrovano quel
sostegno funzionale alla loro immissione in nuovi scenari sociali, culturali, linguistici